Progetti in rete: risorse, persone e conoscenze insieme per obiettivi comuni. Un altro intervento chiave di Marco Guercio alla nostra Assemblea Cittadina dello scorso ottobre. Questa volta su un tema molto attuale: i progetti in rete e gli obiettivi comuni.
Ringraziando Marco per le preziose parole e la testimonianza che ci ha dato, di seguito il testo del suo intevento che vi invitiamo a leggere fino in fondo.
Progetti in rete
Milano, 28 Ottobre 2023
Care consorelle e confratelli, gentili ospiti, amiche e amici.
E’ un piacere per me essere di nuovo tra voi in una giornata così importante come quella che, all’interno della assemblea cittadina, accoglie le nuove e i nuovi soci.
A voi l’augurio di poter trovare, nella vita di Conferenza, quella “forza dello spirito” che trasforma il gesto di carità in uno stile di vita.
Uno stile di vita
Infatti, se l’azione che vi spingerà al volontariato è quella di aiutare coloro che hanno bisogno: preparatevi ad una lunga serie di sconfitte e delusioni.
Per quanto ci impegniamo, l’aiuto che diamo loro il più delle volte è paragonabile all’azione di chi pretende di svuotare una piscina, esposta alle intemperie, con un cucchiaio. Per quanto sia grande la vostra determinazione nulla possiamo contro la povertà, i bisogni del mondo, della vostra regione e via via fino ad arrivare alle vostre parrocchie.
Diverso è però se il vostro operare diventa uno stile di vita, un accompagnare la persona in momentaneo o storico stato di bisogno, nell’accoglierlo e difenderlo nei suoi diritti.
I primi attori della rete
In questo caso l’uscita dalla sua condizione di necessità non dipenderà da voi né dalla conferenza in cui siete ma, in primis, dalla sua capacità di mettersi o rimettersi in gioco, di cercare in se o attorno se la forza per uscire dal suo stato di bisogno. Quindi il primo attore della rete che dovrete tessere, se vorrete che la vostra azione caritativa risulti efficace, è proprio la persona che volete aiutare. E nella misura in cui saprete motivarlo, consigliarlo, supportarlo nelle sue molteplici cadute, lui riuscirà a ritrovare la forza in se per cercare le giuste alternative, rialzarsi nei momenti di difficoltà, ma soprattutto perdonarvi, e in alcuni casi perdonare a se stesso, quell’elemosina che, comunque sarete costretti a fargli pagandogli un affitto o una bolletta o portandogli da mangiare.
A parità d’importanza vengono le consorelle e i confratelli delle conferenze. Loro vi permetteranno di tenere a bada quella sensazione di onnipotenza in cui incorre chiunque si trovi a decidere se una persona a diritto a tenere una casa oppure no, ad avere la bolletta pagata, a trovare un lavoro.
La comunità
Concludo l’ambito parrocchiale o comunque quello locale per le conferenze scolastiche, aziendali, o di paese.
La comunità in cui viviamo è una rete indispensabile e la cura delle relazioni con essa ci permette di porre in atto due strategie:
- allargare le conferenze durante i progetti di raccolta fondi sul territorio (raccolta alimentare, raccolta fondi) ma anche in tutti quei casi in cui stiamo cercando un alloggio ad affitto calmierato per una famiglia in fase di reinserimento sociale o di emergenza, o nella ricerca di lavoretti, purtroppo spesso in nero, ma che fanno spesso quadrare i bilanci delle famiglie in stato di necessità.
- la sola valenza economica non giustifica la necessità di mantenere quella fitta rete di relazioni locali che spesso, quando una conferenza sta per morire, si scopre che da anni non curava ed era autoreferenziale. Talvolta è meglio non fare, anche se se ne avrebbero le forze, e farsi aiutare per permettere a coloro che non sono soci di scoprire la bellezza di aiutare, nella gratuità, qualcuno. Infatti, uno dei compiti delle conferenze è evangelizzare (a me piace di più dire contagiare) allo stile di vita vincenziano.
Ora però usciamo dall’ambito parrocchiale.
Altri attori dei progetti in rete
i servizi
Le conferenze hanno il dovere di accompagnare fuori dallo stato di bisogno le famiglie che supportano anche difendendone i diritti.
Per questo tra gli attori inserirei:
- I servizi socio assistenziali perché, qualsiasi progetto strutturato per far uscire dallo stato di bisogno, necessita di coordinarsi con tutte le forme di contributo pubblico che sono già attivate o che si possono attivare. Spesso loro intervengono con tempi più lunghi dei nostri ma hanno il vantaggio, anche se non in tutte le regioni d’Italia, di avere tecnici amministrativi preparati e competenti. In questo caso la celerità d’intervento delle conferenze è sinergica con la competenza specialistica dei servizi socioassistenziali e porta da un lato ad una riduzione delle sofferenze delle famiglie soprattutto nei periodi di cambio di status (cfr. eliminazione reddito di cittadinanza) dall’altro a non sprecare energie con quelle famiglie che usano i vincenziani come bancomat.
I medici di base, la rete di ambulatori solidali o le giornate della prevenzione
- I medici di base, la rete di ambulatori solidali o le giornate della prevenzione. Nel primo caso, con i medici, si cerca di instaurare rapporti finalizzati all’ottenimento della giusta invalidità o di accedere in tempi accettabili alle visite specialistiche con la sanità pubblica, con gli ambulatori solidali si cerca l’esatto opposto, ossia di sopperire alle carenze. Talvolta le relazioni con questi enti sono particolarmente interessanti in quanto ideologicamente distanti dai valori della S. Vincenzo. A tal riguardo porto come esempio la collaborazione con Asili Notturni Umberto I° ODV i quali hanno aperto in diverse città italiane tra cui Torino, Ivrea, Biella ed Alessandria ambulatori odontoiatrici ai quali le famiglie da noi assistite possono accedere con una semplice relazione di accompagnamento se non addirittura, come a Biella, l’accesso è da noi coordinato in collaborazione con la Caritas locale. Anche con campagne nazionali di prevenzione si mira a sopperire alle carenze della Sanità pubblica; è stata fatta una convenzione con Fondazione Essilor Luxottica che ha permesso di organizzare su tutto il territorio nazionale visite di prevenzione per le malattie oculari.
La politica
- La politica, in particolare con coloro che si riconoscono nei nostri stessi valori, i le direzioni socioassistenziali degli enti locali, le direzioni dei penitenziari. Con loro è necessario instaurare e poi mantenere nel tempo una dialettica finalizzata da un lato a segnalare le nuove povertà, coprogettando per creare nuove misure di sostegno, dall’altro avere sempre canali aperti per una corretta e sana critica in tutti quei casi in cui le misure non siano eque. In questi casi è necessario che coloro che si interfacciano abbiano non solo le corrette competenze normative della misura proposta o criticata ma devono avere anche una discreta conoscenza di quella che sia la macchina organizzativa dell’ente con il quale si confrontano.
Gli enti del terzo settore e le fondazioni
- Gli altri enti del terzo settore e le fondazioni perché solo unendo le specificità si riesce a dare una risposta a quelli che, il più delle volte, sono bisogni inespressi. Facciamo qualche esempio:
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- la Sanità, per scelta dei governi attuali e precedenti sta andando velocemente verso una forma privatistica molto più efficiente di quella pubblica. Ma mentre per il ceto medio e abbiente, attraverso la stipula di polizze assicurative favorite anche da un diffuso welfare aziendale, l’impatto è trascurabile, per i nostri “amici” il più delle volte si traduce in visite e cure non fatte. Tutto ciò in soldoni porta ad una riduzione delle aspettative di vita per i ceti meno abbienti. Riuscire ad attivare o accedere ad una rete di ambulatori solidali pareggia il conto riportando anche loro alle stesse aspettative di vita.
- La transizione ecologica nella quale siamo coinvolti in modo più o meno diretto, per voglia o per coercizione delle norme (bonus governative, obblighi in sede di ristrutturazione, obblighi auto elettriche o più semplicemente la possibilità di scegliere elettrodomestici più cari ma meno energivori): l’adesione a livello di Federazione Nazionale al manifesto del Banco dell’Energia prima e poi la partecipazione alla Fondazione ha permesso di attivare progetti sul territorio nazionale finalizzati al sostegno della spesa energetica, all’educazione ad un uso più efficace dell’energia, una migliore conoscenza dei contratti ed infine all’investimento in elettrodomestici meno energivori in modo tale che non siano costretti a prendere il solito frigorifero dismesso dalle famiglie abbienti ma possano avere anche loro in casa una macchina in grado di consumare di meno e quindi a fine anno di risparmiare sulla spesa.
Le aziende, le università, in generale gli operatori economici
- Infine, allargando la visuale dall’ambito locale ad un ambito più vasto, nella rete devono entrare le aziende, le università, in generale gli operatori economici. Dialogare con loro vuol dire comprendere i loro bisogno, oltre che imprenditoriale, anche di ricaduta sociale del loro operato economico in particolare dall’evoluzione che ha avuto negli ultimi anni il rating ESG che esprime un giudizio sintetico sulla solidità di una realtà produttiva o di servizi, contiene requisiti che possiamo così sintetizzare in ricadute ambientali, sociali e di governo. Essere capaci di coniugare i nostri progetti con i loro bisogni vuol dire essere capaci di offrire alle nostre famiglie opportunità che da soli non saremmo mai in grado di assolvere.
Alcuni esempi
Anche in questo caso alcuni esempi:
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- con i panettoni e i pandori di Natale della S. Vincenzo abbiamo offerto l’opportunità al Politecnico di Torino di fare un regalo ai loro 2500 dipendenti, ricercatori e dottorandi. Ma il Politecnico ci ha chiesto di tradurre la donazione in un progetto concreto e misurabile. Da qui è nato, prendendo spunto da una realtà già operativa presso il Centrale di Torino il progetto “adotta uno studente”. Progetto che ha riscontrato l’interesse del Consiglio di amministrazione e che verrà lanciato con una conferenza stampa agli inizi di dicembre per dare visibilità al Politecnico di Torino e a noi. Per le persone che accompagnammo sono importanti i soldi che riceveranno attraverso noi ma ancor di più sono importanti le potenziali 10.000 persone che verranno a conoscenza delle ns attività e del ns operato perché “evangelizzare” (contagiare) alla gratuità potrebbe essere fonte di nuovi soci a servizio di chi ha bisogno.
- Abbiamo coinvolto una media azienda di montaggi e smontaggi industriali che ha chiesto 2 bancali in cambio di una donazione di 5000 €. In questo caso la valenza è che con questa azienda, che ha cantieri in diversi paesi europei, il ns prodotto sarà portavoce delle nostre iniziative in tutta Europa.
- Con ACEA, azienda che si occupa della gestione del sistema idrico integrato a Roma, i suoi dipendenti riceveranno 6500 (e quindi circa 20000 persone) cesti natalizi contenenti il nostro prodotto in un territorio dove le opere della ns associazione sono poco note.
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Potrei parlarvi ancora a lungo portando come esempio la progettualità gestita dal settore solidarietà e gemellaggi ma sarà Giancarlo Salamone, ns referente nazionale, a raccontarvi i progetti in rete gestiti a livello internazionale e la loro valenza.
Le competenze nei progetti in rete
Chiudo evidenziandovi le competenze che oggi sono necessarie per operare con progetti in rete, esse sono un insieme di competenze specifiche e tecniche e competenze trasversali che riguardano il comportamento e l’atteggiamento dell’individuo:
Competenze trasversali
Tra quelle relative al comportamento e atteggiamento dell’individuo citerei:
- Competenze personali: Resilienza, Curiosità, Motivazione e fiducia in sé stessi e in Dio (serviens in spe)
- Competenze sociali: Capacità di integrazione, capacità comunicative, spirito critico, conoscenza della natura umana, capacità di lavoro in gruppo, capacità di interazione
- Competenze metodologiche: capacità di analisi, organizzativa, di presentazione, di problem solving, di resistenza allo stress e di gestione dei media in particolare quelli nuovi
Competenze specifiche e tecniche
Tra quelle specifiche e tecniche
- project management (gestione del progetto) e conoscenza delle metodologie in ambito progettuale
- strumenti di analisi sociale
- conoscenze tecnico normative anche comunitarie e il diritto amministrativo o comunque la capacità di approcciarsi a queste in modo efficace
- sapere quali siano le fonti di finanziamento e capacità nella redazione dei documenti necessari per rispondere ai bandi
- gestione del tempo
- gestione budget
La forza del e nel lavoro di gruppo
A questo punto penso che la maggior parte di voi sia spaventata e si senta inadeguata; tuttavia, la forza della nostra associazione e proprio nel lavoro di gruppo dove ognuno partecipa con le proprie capacità e competenze e le eventuali carenze vengono colmate con la collaborazione e il confronto fraterno.
Resta indubbio che sui progetti più importanti e sulle attività di coprogettazione con gli Enti locali sia necessaria una competenza specialistica che qualora manchi all’interno della nostra associazione debba essere ricercata all’esterno e in primis in quella comunità locale che partecipa in rete con lei.
Lo Spirito Santo
Concludo annoverando tra gli attori della rete lo Spirito Santo che ci illumina nelle scelte quotidiane e di cui noi siamo semplici strumenti di attuazione del volere di Dio.
Possiate, attraverso le opere di carità e nella liturgia della Parola, trovare la forza per superare quelle difficoltà che incontrerete talvolta lungo il vostro percorso.
Marco Guercio