Un ambito importante di coinvolgimento per i giovani è il volontariato penitenziario. Proprio forse là dove non ce lo si potrebbe aspettare. Ce ne parla Giulia Bandiera, Delegato Nazionale del settore Carcere e Devianza della Federazione Nazionale di Società di San Vincenzo De Paoli.
Arriva all’Assemblea Cittadina e ci racconta la sua esperienza nella sua veste di volontario penitenziario.
Svolge il suo servizio presso la casa circondariale di Imperia in Liguria. Una casa circondariale ospita i detenuti che devono scontare una pena non superiore ai 5 anni e Giulia testimonia che molti di loro sono giovani. Giovani tra i quali molti che si sforzano di trovare un appiglio di speranza per il futuro al di fuori dal carcere.
All’interno del carcere una importante occasione è la biblioteca. Lavorare in biblioteca, con l’uso del gestionale per la catalogazione e il prestito dei libri è un’opportunità per molti giovani: anzitutto per la loro responsabilizzazione ma anche perchè permette loro di imparare un’attività. E la biblioteca è una presenza importante all’interno del carcere, perchè tiene viva l’importanza della cultura. E’ un percorso per tenere viva, risottolinea Giulia, l’istruzione dei ragazzi; perchè la formazione e il contatto con la cultura permettono di aderire a esempi positivi.
Formazione e cultura a loro volta consentono di capire che esistono regole, che esiste la legalità. Il non seguire le regole, la mancanza di adesione alla legalità, fà scivolare nella devianza. La devianza è ancora prima del carcere, è un circuito di errore, dolore e privazione; e non è solo privazione della libertà personale, ma anche privazione di affetti e di occasioni future per la propria vita.
Ciò però che ci vuole dire Giulia è che il mondo del carcere coinvolge anche i giovani al di fuori del carcere. Offre loro la possibilità di fare qualcosa per i loro coetanei che vivono l’esperienza della privazione sopra descritta.
Lo scorso anno Federazione Nazionale ha organizzato un corso di formazione sul volontariato penitenziario e proprio il corso è stato un richiamo per molti giovani. Vincenziani e non vincenziani. Ragazzi della Scuola Secondaria di Secondo Grado ma anche ragazzi universitari.
E proprio questi giovani hanno espresso il loro impegno e la loro sensibilità in molteplici modalità in Società di San Vincenzo De Paoli, ma anche in altre associazioni o organizzazioni. Rendendo così possibile la creazione di reti anche nel mondo del volontariato penitenziario.
Giulia ricorda in particolare come la creazione di reti anche sovraterritoriali sia primaria nel settore carcere e devianza. Spesso la persona sottoposta a privazione della libertà personale si trova in regione anche lontana da quella in cui dimora la famiglia. Una famiglia anch’essa bisognosa di aiuto.
Ma le modalità di partecipazione dei giovani al volontariato penitenziario non si esauriscono all’interno del carcere.
Non ci resta che ascoltare direttamente il Delegato Nazionale per lasciarci guidare da lei.