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Società di San Vincenzo De Paoli

Società di San Vincenzo De Paoli è un’associazione di laici cattolici nata a Parigi nel 1833

“Bisognava dunque formare un’associazione di mutuo incoraggiamento per i giovani cattolici, dove si trovasse amicizia, sostegno, esempi; dove si potesse trovare, per così dire, un simulacro della famiglia religiosa nella quale si è stati nutriti […]. Ora, il legame più forte, il principio di una vera amicizia, è la carità; e la carità non può esistere in più cuori senza espandersi all’esterno; è un fuoco che si spegne in mancanza di alimenti e l’alimento della carità sono le buone opere.”
Federico Ozanam, A Léonce Curnier (Lione, 4 novembre 1834) – Nr. 18 in “Federico Ozanam – Lettere scelte – il cuore ha sete di infinito” a cura di Maurizio Ceste, Rubbettino 2015

Società di San Vincenzo De Paoli è una organizzazione cattolica internazionale di laici fondata a Parigi nel 1833 dal Beato Federico Ozanam con altri sei compagni di università.

Ha per obiettivo la promozione della dignità della persona, mediante l’impegno personale e diretto per la rimozione delle situazioni di bisogno e di emarginazione sociale. Combatte con empatia e grande concretezza le povertà materiali, culturali, spirituali e il grave disagio. È formata da uomini e donne, giovani ed anziani che uniscono le loro forze ed agiscono in un comune cammino umano e spirituale.

I Vincenziani si riuniscono in gruppi che hanno conservato il loro nome originario di “Conferenza”. Le Conferenze che operano nella stessa città o nella stessa Diocesi sono riunite nei Consigli Centrali e quello di Milano riunisce le Conferenze di Milano, Cormano, Inzago, Bresso, Bollate, Trezzo, Melegnano, Sesto S.G., Treviglio e Novate.

I Consigli Centrali a loro volta si riuniscono in Federazioni Regionali, Coordinamenti Regionali o Interregionali che a loro volta fanno riferimento alla Federazione Nazionale con sede a Roma. La sede centrale dell’organizzazione, che riunisce a livello mondiale Società di San Vincenzo De Paoli, è a Parigi.

La Confederazione Internazionale della Società di San Vincenzo De Paoli  conta ad oggi più di 150 Paesi membri.

BEATO ANTONIO FEDERICO OZANAM

“Vorrei anche che tutti i giovani che hanno testa e cuore si unissero per qualche opera di carità e che si formasse per tutto il paese una vasta e generosa associazione per il sollievo delle classi popolari.”

Federico Ozanam, A Ernest Falconnet (Parigi, 21 luglio 1834) – Nr. 16 in “Il cuore ha sete di infinito” cit.

 

Antonio Federico Ozanam, nato a Milano nel 1813 da genitori francesi, ebbe una vita breve ma intensa.

A seguito del rimpatrio della famiglia, si trasferì a Lione dove compì gli studi secondari e poi nel 1831 a Parigi dove frequentò le facoltà di diritto e di letteratura alla Sorbona, proprio negli anni in cui si stavano elaborando in Francia nuove teorie sociali, da quelle di stampo più tradizionale a quelle socialiste e dove l’Università era divenuta una roccaforte del materialismo di stampo illuminista.

Alla Sorbona, con altri studenti, fu un tenace oppositore dell’ateismo e dell’anticlericalismo propri dell’ambiente universitario, organizzando conferenze di storia sul valore dell’azione della Chiesa cattolica nei secoli.  Accusato di far solo accademia, per dimostrare che i giovani cattolici non si limitavano alle sole parole, fondò, nel 1833 con altri studenti, la Conferenza di Carità, embrione della successiva Società di San Vincenzo de’ Paoli, costituita per dare testimonianza concreta del cristianesimo mediante il soccorso ai poveri e ai diseredati della città.

Dopo la laurea divenne, a soli ventisei anni, professore di diritto all’Università di Lione e, successivamente, di letteratura alla Sorbona. Dal punto di vista storico e letterario approfondì la cultura cristiana del  medioevo,  specie in Germania e Italia, e scrisse commenti su Dante e sui poeti francescani del XIII secolo.

Dopo una vita dedicata completamente all’insegnamento, allo studio della cultura cattolica, al  giornalismo, ma soprattutto all’aiuto ai poveri nelle conferenze di San Vincenzo, morì di tubercolosi appena quarantenne, nel 1853, al ritorno da un viaggio in Italia.

La sua causa  di beatificazione si è conclusa il 27 agosto 1997 a Parigi, con la proclamazione da parte di Giovanni Paolo II durante la Giornata Mondiale della Gioventù.

Nell’omelia nella cattedrale di Notre Dame è stato così presentato dal Papa:

Federico Ozanam comprende che la carità deve condurre ad operare per correggere le ingiustizie; carità e giustizia vanno di pari passo. Egli ha il lucido coraggio di un impegno sociale e politico di primo piano in un’epoca agitata della vita del suo paese, poiché nessuna società può accettare la miseria come una fatalità senza che il suo onore non ne sia colpito […].

Invito pertanto i laici e particolarmente i giovani a dare prova di coraggio e di immaginazione per lavorare all’edificazione di società più fraterne, dove i più bisognosi saranno riconosciuti nella loro dignità e troveranno i mezzi per una esistenza dignitosa·.
Lo scopo principale di Federico Ozanam non era solo quello di riformare la struttura sociale dello stato per migliorare la condizione degli operai: era quello di migliorare la società intera, innanzitutto rafforzando la fede dei suoi membri con la pratica della carità e solo secondariamente per elargire ai poveri soccorsi immediati. Ozanam, giovane studente universitario, si rivolse soprattutto ai giovani cattolici, che riuscì a coinvolgere nella lotta contro la povertà:

“Ora, noi siamo troppo giovani per intervenire nella lotta sociale: resteremo dunque inerti in mezzo al mondo che soffre e che geme? No, ci è stata aperta una via preparatoria: prima di fare il bene pubblico, possiamo provare a fare il bene individuale e privato, prima di rigenerare la Francia, possiamo alleviare alcuni dei suoi poveri.

Vorrei anche che tutti i giovani che hanno testa e cuore si unissero per qualche opera di carità e che si formasse per tutto il paese una vasta e generosa associazione per il sollievo delle classi popolari [1].
Bisognava dunque formare una associazione di mutuo incoraggiamento per i giovani cattolici, dove vi si trovasse amicizia, sostegno, esempi; dove vi si potesse trovare, per così dire, un’immagine della famiglia religiosa nella quale si era stati nutriti,  dove i più anziani accogliessero i nuovi pellegrini della provincia e dessero loro una sede di ospitalità morale.
Ora il legame più forte, il principio di una vera amicizia, è la carità; e la carità non può esistere nel cuore dei più senza espandersi all’esterno; è un fuoco che si spegne in mancanza  di alimenti  e l’alimento  della carità sono le buone  opere”.[2]
Fonte:
TESTIMONI DELLA CARITÀ. LE CONFERENZE DI SAN VINCENZO A TORINO, 150 ANNI DI STORIA. VOLUME 1 – L’OTTOCENTO di Maurizio Ceste, 2003, Effatà Editrice
Le lettere citate sono raccolte nel Volume:
Federico Ozanam – Lettere scelte – il cuore ha sete di infinito a cura di Maurizio Ceste, Rubbettino 2015
[1] Lettera a Ernest Falconnet, 21 lugllo 1834, in F. OZANAM, Lettere di Federico Ozanam, , p. 34. In epistolario in due volumi: F. OZANAM, Lettere di Federico Ozanam. Un laico profeta dell’amore, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1987 e F. OZANAM, La mia vita (dalle lettere), libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1999, entrambi a cura di N. Pavoni
[2] Lettera a Léonce Curnier, 4 novembre 1834, in F. OZANAM, Lettere di Federico Ozanam, cit., pp. 41-42.

SAN VINCENZO DE PAOLI

“Quelli che hanno necessità di essere soccorsi inducono e rianimano la carità in quelli che li soccorrono; si aiutano così vicendevolmente gli uni con gli altri, vivono in uno stesso spirito e si trovano avvolti tutti insieme sotto il mantello di San Vincenzo de Paoli.”
Federico Ozanam, All’Assemblea generale della Società di San Vincenzo de Paoli ([Lione], 4 dicembre 1836) – Nr. 30 in “Il cuore ha sete di infinito” – p. 158

 

Vincenzo De’ Paoli, nacque il 24 aprile del 1581 a Pouy in Guascogna (oggi Saint-Vincent-de-Paul); benché dotato di acuta intelligenza, fino ai 15 anni lavora nei campi per aiutare la modestissima famiglia contadina.

Nel 1595 lascia Pouy per andare a studiare nel collegio francescano di Dax e il 23 settembre 1600, a soli 19 anni, diventa sacerdote. E’ prima a Tolosa e poi a Parigi. Nel 1612 è nominato parroco di Clichy, alla periferia di Parigi; in questo periodo della sua vita, avviene l’incontro decisivo con il famoso teologo Pierre de Bérulle, che accogliendolo nel suo Oratorio, lo forma a una profonda spiritualità. A Parigi conosce anche san Francesco di Sales e nel 1610 diventa cappellano e precettore della ricca famiglia dei Gondi.

Nel 1617 è nominato parroco a Chatillon-les-Dombes, vicino a Lione, dove fonda la prima Compagnia della Carità, una confraternita di persone che si impegna ad assistere, a turno, tutti gli infermi poveri della parrocchia. Il 20 agosto 1617 nasce così la prima “Carità”, le cui associate si uniscono per organizzare l’assistenza delle famiglie povere attraverso la visita personale a domicilio. Le Compagnie della Carità sono diventate oggi i Gruppi di Volontariato Vincenziano.

Vincenzo De Paoli è nominato in seguito Cappellano generale delle galere di Francia e in tale veste svolge un’opera continua e preziosa di assistenza per i condannati. Più tardi, nel 1643, entra a far parte del Consiglio di Coscienza della Regina Anna d’Austria, vedova di Luigi XIII e si impegna a fondo nella lotta contro gli Ugonotti.
E’ invece del 1625 la fondazione della Congregazione della Missione, l’opera che riunisce un gruppo di sacerdoti e che si propone la predicazione della fede tra i poveri e nelle campagne. La Congregazione prende fissa dimora a Parigi nel 1632 nel grande Priorato di San Lazzaro e si diffonde rapidamente in molte parti dell’Europa, occupandosi anche della formazione del clero.

Del 1633 è la creazione delle Figlie della Carità con la collaborazione di santa Luisa de Marillac, che assumono il compito di sostenere l’attività delle Compagnie della Carità. Sono suore non chiuse nei conventi, ma sparse nel mondo a servizio dei poveri ovunque si trovino.

Muore a Parigi il 27 settembre 1660, dopo aver continuato a seguire personalmente tutte le opere da lui iniziate. Venne canonizzato nel 1737.

E’ merito particolare di Vincenzo De Paoli quello di aver capovolto l’atteggiamento allora prevalente nei confronti dei poveri, che era di allontanamento ed emarginazione, per andarne in cerca e soccorrerli attraverso l’aiuto e la collaborazione di quanti più fosse possibile, ispirandosi alla carità evangelica, che vede nel povero la persona di Cristo.

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